REGNO SVANITO

Quando è nato mio figlio, mi sono sentita “regina”
regina di un regno creato per me
regina di un regno creato per lui
regina di un regno creato per noi.

Quando mio figlio è diventato più grande, sono” diventata regina”
regina di un regno creato per me
regina di un regno creato per lui
regina di un regno creato per noi.

Quando mio figlio è diventato un uomo, sono “stata incoronata regina”
regina di un regno creato per me
regina di un regno creato per lui
regina di un regno creato per noi.

Ho così regnato per una vita intera
in un castello nascosto tra i rovi,
vegliando di giorno e di notte il mio cuore
per non farlo fermare.

Quando la brezza del tramonto
carpirà per sempre la mia fragile vita,
deporrò la corona di regina ai vostri piedi.
Stringendo la mano al mio “principe adorato”
volerò felice verso i campi Elisi.

Forse lì troverò adeguata dimora,
dimenticando per sempre quel regno svanito.

IL CAVALIERE ERRANTE

Cavalco in sella al mio destino.

Mi aggrappo alle redini del mio destriero:
impazzito a volte,
mansueto altre.

Cavalco senza toccare terra,
cavalco senza toccare cielo.

A volte cavalco senza limiti di tempo,
a volte senza limiti di spazio.

A volte fuggo dal nemico,
a volte fuggo da me stesso.

A volte immagino immense praterie,
a volte distese di sabbia.

A volte mi porta lontano,
a volte si ferma
e non riparte più.

Tramonto d’estate

Se al calar del sole
riavvolgo la trama
di una attesa senza requie,
il mio grido di madre ferita
risuona tra i passi
di cervi assetati

Sono trafitta nell’anima
senza il calore di una lacrima
che mi possa lenire
i crampi della mente.

Appesa alla croce
mi è negato il diritto di morire
perché il dolore di un cuore stremato
ti fa vivere per sempre.

Dopo quel lontano tramonto d’estate
l’alba non è più riapparsa.

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luigi.cattelani@libero.it