A PATRIZIA

Ti ho guardato per un attimo,
eppure,
in quello sprazzo di tempo,
la luce che mi abbagliava,
spariva a tratti,
intercalandosi con la natura,
a mano a mano che i tuoi passi
si facevano più vicini.
Eri come una bianca orchidea,
e la tua bocca,
un bocciolo di rosa
bagnato di rugiada.
Io ti guardavo,
ti ammiravo,
inebriato dal tuo profumo,
delicato e dolce,
come un frutto d’estate.
Volevo prendere le tue mani,
ma esse mi sfuggivano;
le rincorrevo tre i mari,
ma esse sparivano,
nel cielo,
in un punto lontano.
Eri come una regina,
ed io,
tuo suddito,
rimanevo ai tuoi piedi
come un sacco di cenci,
inerte ed incapace,
incredulo e meravigliato.

a cristiano

Ho preso a credito le mani di Dio
ed il respiro dell’amore ti ha donato la vita.
Come un aratro hai tracciato un solco nel mio cuore,
profondo,
immenso!
Ed io, come la terra umida e fredda,
raccolgo il tuo seme,
lo nutro:
germoglia!
La sua fioritura sarà la mia corona,
il suo frutto il mio orgoglio.
Coraggio figlio mio,
e vivi!

A STEFANO

Io, prigioniero del tuo domani,
tu, testimone del mio presente.

Io, eco nello spazio,
tu, voce che risuona.

Io, un’isola senza approdo,
tu, in mezzo al mare.

Tua madre ed io
indiziati d’amore:

semplicemente.

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